Giancarlo Romoli. Il fondamento della nostra storia
“Si è spento un faro. Un punto di riferimento solido, sicuro”. Con queste belle e commosse parole Roberto Lacorte, ha voluto ricordare Giancarlo Romoli, che ha scritto una pagina lunga e gloriosa della vela pisana, e che ci ha lasciato mercoledì 21 ottobre 2015 dopo una breve e inesorabile malattia. “Era una sicurezza, era lì; come nella vita quando ci troviamo nelle difficoltà – ha proseguito Lacorte – e andar per mare è una metafora della vita, i fari, pochi, ma importanti, ci danno sicurezza. Giancarlo mancherà a tutti”.
La sua “casa” sull’Arno, Marianova, era la casa dei velisti, lì nacque l’idea della nascita del nostro club che fondò insieme ad un gruppo di appassionati della vela d’altura. Nuova, la sua barca, il bellissimo One Tonner, ha solcato i nostri mari e inanellato vittorie su vittorie grazie anche alla capacità di Romoli di innovare e seguire attentamente i cambiamenti dei regolamenti. La vela pisana è oggi orfana di un padre, di un amico che tanto ha dato e che lascia una traccia e un’eredità indelebile. Alla moglie, alle figlie Barbara e Cristina al figlio Gianluca che ha ereditato la passione per il mare e per la vela, l’abbraccio della vela pisana e non solo. È un pezzo di storia, della nostra storia di appassionati della vela, che se ne va.
Vogliamo ricordarlo anche per i suoi aneddoti, le sue massime sagaci, ironiche e divertenti e la sua gru compagna inseparabile e vogliamo continuare a ricordarlo, come in questa bella foto del caro amico Fabio Taccola, che guarda lontano con l’aria di chi ha navigato tanto (altre foto nella foto gallery).
Grazie Giancarlo!
Un nostro socio ci ha inviato questo ricordo (letto in occasione delle esequie).
A Giancarlo, un grand’uomo. Non è molto tempo che conosco la famiglia Romoli, ma appena parlai con Giancarlo, sentii un forte senso di familiarità verso questo grand’uomo, buono e sincero, che dice sempre quello che pensa, senza mezze parole e che con il suo sorriso ti fa capire se gli vai a genio; è per queste sue qualità che, anche se non ho bisogno di venire a Marina, come posso, vengo a Cala d’Arno, da Giancarlo.
Sì perché, a qualsiasi ora, di mattina e di sera, Giancarlo è a Cala d’Arno:
Giancarlo è a Cala d’Arno a spostare le barche con la sua gru, dando la colpa di qualsiasi imprevisto a Tonino, anche se lo ritiene necessario per ogni tipo di lavoro ci sia da fare e non inizia niente senza di lui. Giancarlo è a Cala d’Arno sul molo a pescare le ragnole, lasciando tutto per correre a aiutare a ormeggiare e a fare quel nodo parlato che solo lui sa fare così, con eleganza, maestria e rapidità.
Giancarlo è a Cala d’Arno a dormire sul divano davanti alla televisione, anche se non lo ammette mai; una volta mentre trasmettevano il giro di Francia e la telecamera inquadrava un corridore solo, in fuga, gli chiesi “ma chi vince?” e lui mi rispose “per ora nessuno, sono tutti in gruppo”. Giancarlo è a Cala d’Arno a cominciare a fare quelle parole incrociate che non finisce mai, perché preferisce raccontare delle orate di Macinaggio e far vedere le fotografie che testimoniano quello che dice. Giancarlo è a Cala d’Arno con il suo impermeabile giallo sotto una pioggia a catinelle, a ormeggiare le nostre barche della scuola vela, brontolando con chi è un po’ lento nelle manovre e alla fine andandosene rivolgendosi a me dicendo “mah….ci sei anche te!”.
Giancarlo è a Cala d’Arno a scaldarsi davanti al caminetto acceso parlando della casa di Centuri, del Pastis dei suoi amici pescatori e delle aragoste di Benito. Giancarlo è a Cala d’Arno a spiegare strategie di regata e a dare lezioni di vita con la sua frase ricorrente “sono furbi i gattini…ma anche i topini”.
Scrivendo queste due righe ho sempre usato i verbi al presente perché, per noi che vogliamo bene a Giancarlo, lui è sempre presente nei nostri cuori e se non lo troviamo a Cala d’Arno è perché è andato a comprare le nuove parole incrociate, ma appena torna gli diciamo………… Ciao Giancarlo.
Gherardo Martini – consigliere